Un altro importante passo in avanti in EU verso la standardizzazione della reportistica di Sostenibilità: accordo di interoperabilità tra EFRAG e GRI
11 Settembre 2023Procede la marcia dell’EU verso la composizione del mosaico complessivo di regole, normative e linee guida che indirizzano l’economia europea, nell’ambito del Green Deal, verso la sostenibilità ESG.
Un decisivo risultato è stato comunicato lo scorso 4 settembre (qui il comunicato stampa) nel quale si annuncia che è stato raggiunto un accordo di interoperabilità̀ tra EFRAG – European Financial Reporting Advisory Group, ente di natura tecnica, non politica, che si occupa di principi contabili a livello internazionale a cui EU ha affidato l’obiettivo di sviluppare dello standard europeo di reporting di sostenibilità – e GRI (Global Reporting Iniziative, ente internazionale senza scopo di lucro nato con il fine di definire gli standard di rendicontazione della performance sostenibile di aziende e organizzazioni).
Per cogliere la portata di questo accordo è necessario inquadrare la genesi di queste due organizzazioni e le specificità̀ di merito degli obiettivi che si sono poste in ordine alla rendicontazione di sostenibilità.
Partiamo dagli aspetti di merito che le due organizzazioni condividono in questo ambito: è sicuramente il concetto di “materialità̀” l’elemento fondamentale che è condiviso. Ricordiamo che il concetto di “materialità̀” è nato in ambito legale e di contabilità̀ finanziaria: in un bilancio un’informazione è “materiale”, cioè̀’ rilevante, se la sua omissione o non corretta rappresentazione potrebbe ragionevolmente influenzare la decisione economica di un utilizzatore presa sulla base dello stesso bilancio. Trasposto nell’ambito della sostenibilità, il concetto di “materialità̀” viene declinato secondo le 3 direttrici ESG (Environment, Sustainability, Governance) e corrisponde alla crescente domanda di trasparenza sugli impatti delle attività di un’impresa da parte dei suoi stakeholder[1].
È chiaro che a seconda della categoria dei destinatari delle informazioni, l’enfasi sulla materialità̀ di una informazione è diversa perché diverse sono le sensibilità̀ dei soggetti: un operatore finanziario istituzionale sarà ad esempio più attento nella valutazione di KPI economici di un’impresa, rispetto ad uno stakeholder che ha un focus sull’impatto ambientale delle attività operative della stessa. In particolare, EFRAG ha ricevuto il mandato di EU di sviluppare lo standard di rendicontazione di sostenibilità ESRS (European Sustainability Reporting Standard) che apprezzi la cosiddetta “doppia materialità̀”, intendendo con ciò sia l’impatto dei temi di sostenibilità sulla valutazione di valore economico nel medio-lungo periodo (outside-in), sia, viceversa, in termini di impatto delle attività di impresa su quello stesso tema di perimetro di sostenibilità (inside-out). Questa doppia valutazione richiesta a EFRAG nella definizione in progress dello standard EU di sostenibilità è, dunque, più ampia – e per certi aspetti, più esigente – di quella prevista dallo standard.
GRI, che per altro è antecedente per storia ed esperienza maturata (GRI e’ stato fondato infatti nel 1997 e in Italia si è iniziato a utilizzare il relativo standard di reporting di sostenibilità dal 2011: il risultato è che praticamente tutte le grandi aziende adottano da anni questo standard nella pubblicazione dei loro bilanci di sostenibilità).
Con l’accordo di interoperabilità siglato nei giorni scorsi tra EFRAG e GRI, si è ricomposta dunque una potenziale onerosa divergenza che, se non risolta, avrebbe portato le imprese europee a dover redigere a una doppia reportistica: una GRI – perchè magari lo sbocco di mercato dell’azienda è al di fuori dell’EU; l’altro, ESRS di EFRAG, per ottemperare alle nuove direttive EU riguardo allo standard di reportistica.
L’accordo raggiunto mantiene l’approccio più olistico e profondo della doppia materialità̀ requisita da EU, ma al contempo assicura continuità̀ con le norme esistenti e le definizioni GRI, cosicché́’ i report pregressi e futuri redatti in conformità̀ alla compliance GRI saranno “mappabili” nello standard ESRS che verrà rilasciato a conclusione del lavoro di EFRAG sull’ESRS.
Del resto l’indagine KPMG sul reporting sulla sostenibilità del 2022 evidenzia che gli standard GRI sono i più utilizzati al mondo, adottati dal 73% delle 250 più grandi aziende globali e dal 68% di un campione più ampio di 5.800 aziende in tutto il mondo[2].
Il CEO di GRI Eelco van der Enden dichiara, infatti, che questa è un’ottima notizia per le imprese e per i reporter del GRI. Possono utilizzare le attuali pratiche di rendicontazione per prepararsi ai nuovi requisiti dell’ESRS. […] Il prossimo passo sarà la collaborazione con l’EFRAG sullo sviluppo di una tassonomia digitale interoperabile e di un sistema multi-tagging.
[1] F. Rossi, “La sfida inevitabile”, pag 189, Il Mulino, Bologna 2022
[2] KPMG, Global Survey of Sustainability Reporting 2022
Lucio Dassiè – Senior Advisor