
Negli ultimi anni, la sostenibilità è diventata un pilastro imprescindibile per le aziende europee, grazie a normative sempre più stringenti che mirano a garantire una transizione ecologica e sociale responsabile. Tuttavia, con il nuovo Pacchetto Omnibus proposto dalla Commissione Europea, il quadro normativo potrebbe subire una svolta significativa. Una semplificazione che potrebbe essere un rischio, ovvero compromettere la qualità e la trasparenza delle informazioni sulla sostenibilità aziendale o un’opportunità, facilitando le aziende che si approcciano per la prima volta alla sostenibilità .
Cosa prevede il Pacchetto Omnibus?
Il Pacchetto Omnibus nasce con l’obiettivo di ridurre la complessità burocratica che grava sulle imprese, in particolare sulle PMI. Tra le principali modifiche, troviamo interventi sulla Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), sulla Tassonomia UE e sulla Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CS3D). L’intento dichiarato è quello di eliminare gli ostacoli amministrativi, permettendo alle aziende di concentrarsi maggiormente sull’attuazione delle pratiche di sostenibilità piuttosto che sulla loro rendicontazione.
Se da un lato questa semplificazione potrebbe portare benefici, come una maggiore accessibilità per le imprese più piccole, dall’altro emerge una preoccupazione sempre più diffusa: la qualità dei dati sulla sostenibilità verrà sacrificata in nome della semplificazione?
Sostenibilità più accessibile?
Per le aziende che si apprestano per la prima volta a redigere il Bilancio di Sostenibilità (un passaggio cruciale per oltre 4.000 imprese italiane, rispetto alle circa 200 precedentemente obbligate) il Pacchetto Omnibus potrebbe rappresentare un’opportunità per affrontare la rendicontazione in modo più snello. La semplificazione normativa potrebbe rendere meno complessa e onerosa l’applicazione degli ESRS, la valutazione della doppia materialità e la gestione dei numerosi indicatori di sostenibilità, favorendo un primo approccio più accessibile e pragmatico.
Sostenibilità a rischio? Le principali preoccupazioni
Secondo molti esperti e associazioni di settore, questa riforma potrebbe invece indebolire la trasparenza e l’affidabilità delle informazioni ambientali, sociali e di governance (ESG). Se le aziende avranno meno obblighi di rendicontazione, gli investitori, i consumatori e le istituzioni disporranno di dati meno dettagliati per valutare l’impatto reale delle imprese sul pianeta e sulla società.
Un altro aspetto critico riguarda l’impatto reputazionale: le imprese che hanno investito in una rendicontazione rigorosa e trasparente potrebbero vedersi penalizzate rispetto a concorrenti meno virtuosi. Questo scenario potrebbe portare a un livellamento verso il basso, disincentivando le aziende più responsabili e riducendo la pressione sui grandi gruppi industriali affinché adottino pratiche realmente sostenibili.
Uno sguardo al futuro: quale direzione prendere?
Sebbene il Pacchetto Omnibus possa ridurre l’onere burocratico per molte imprese, resta da vedere quale sarà il suo impatto concreto sulla sostenibilità aziendale. Le aziende dovranno valutare attentamente come adattarsi ai nuovi requisiti normativi senza compromettere la loro credibilità e la loro capacità di attrarre investitori e consumatori responsabili.
Se il pacchetto verrà approvato si potrebbe incorrere nel rischio di effettuare un passo indietro nella trasparenza e nell’affidabilità delle informazioni ESG raggiunta oggi. Tuttavia, il dibattito è ancora aperto, e sarà fondamentale monitorare l’evoluzione della normativa e il ruolo che le imprese decideranno di assumere in questo contesto in continua trasformazione.