La ripartenza dell’Horeca è iniziata con l’estate e con una forte propensione degli italiani a tornare a consumare fuori dalle mura domestiche molti dei loro pasti. Oggi tutti gli operatori della filiera vivono uno status di attesa per un reale ritorno alla normalità ma sempre con la paura di nuove chiusure.

Le novità del Green Pass e, soprattutto, il trend stabile di contagi ci lasciano tutti ben sperare per le prossime settimane ma non riusciamo ancora a metterci alle spalle il terrore di tornare ad abbassare le serrande dei negozi o fermare le linee di produzione e i camion per le consegne.

La Fiera HOST arriva proprio in questo momento con una platea di partecipanti che sperano di parlare solo di futuro e di programmare i prossimi mesi. Almeno una parte dell’industria dell’ospitalità sarà presente dal 22 al 26 ottobre a Milano in fiera per parlare, o meglio per ri-parlare, di tutti i progetti lasciati nel cassetto.

Tra i tanti argomenti ci sarà sicuramente quello di cercare di tornare ad investire in tecnologia ed innovazione. il Food Service ha sempre dimostrato di essere in anticipo rispetto alle tendenze culinarie, di macchinari e di innovazione rispetto al resto dell’industria del food e del retail. Un’interessante ricerca americana dell’Aaron Allen & Associates riporta che le aziende di ristorazione che investono più in capitalizzazioni ottengono in media circa 6% in più di incremento di ricavi e questo riguarda sia investimenti in nuove aperture che in supply chain o attrezzature.

In questa fase più che mai deve emergere la domanda degli imprenditori su “cosa posso fare per differenziarmi dalla concorrenza?”. Certamente ci sono occasioni di nuovi investimenti in marketing digitale o nell’aumento della marginalità della vendita oppure di ridefinizione dei costi e dei processi aziendali. Le grandi catene come McDonald’s, Burger King come anche i player italiani hanno investito risorse sul delivery o sull’asporto. I grandi player americani stanno vivendo un vero boom di vendite anche grazie a meccanismi consolidati di vendita alternativi al consumo sul posto come il drive-in, l’asporto o il delivery stesso.

Questo è anche il momento delle operazioni straordinarie. In US è già iniziata la stagione delle acquisizioni di catene di ristorazione mentre da noi in Italia l’ultima grande operazione è ormai quella di alcuni mesi fa di Tannico. Il mercato è aperto a molte opportunità in questo senso e una volta ancora credo che sia necessario da parte di tutti gli operatori sfruttare l’occasione per crescere magari con il giusto mix di capitale finanziario e di capitale di soggetti con esperienze ampie di management. Mi piacerebbe nascesse veramente una public company del food service nel nostro paese.

HOST forse sarà anche l’occasione per esplorare i trend di consumo che sono esplosi nelle grandi città e principalmente tra i giovani, anche grazie al delivery durante la pandemia, quali ad esempio il pokè che meriterebbe un’analisi a se stante come esempio di importazione di successo di un trend che viene principalmente dagli US e in particolar modo dalla West Coast. Magari troveremo nuovi modi per servire il caffè o per gestire gli spazi all’interno dei nostri locali. Sono molto curioso di vedere cosa proporranno i grandi player dell’arredamento dei locali.

E poi c’è molto di cui parlare con i nostri colleghi; i menù ad esempio!!! Siamo passati dal tentativo del menù digitale di cui Ham Holy Burger aveva introdotto l’ordine da Ipad già anni fa e poi ci siamo trovati all’improvviso con l’esplosione dell’utilizzo dei QR Code per leggere i menù. Dal tentativo della digitalizzazione dell’esperienza si è passati alla digitalizzazione per necessità che in molti casi (la maggioranza a dir la verità) non ha sortito l’effetto desiderato di avviare un processo di digitalizzazione del customer journey della ristorazione italiana. Spero che questo possa aver aperto un vaso di pandora dell’innovazione digitale del rapporto con il cliente e non solo l’automazione di alcuni processi per garantire il social distancing.

Ma poi vogliamo non raccontarci le storie delle ghost kitchen che stanno esplodendo sul mercato come quella di Tummy’s Kitchen del mio amico Mirko Maria Storelli oppure del trend sempre di maggior richiamo delle pasticcerie di alto livello che offrono qualità e un nuovo modo di presentare i propri prodotti.

Affronteremo con molti i problemi legati alla mancanza di alcune materie prime e di una forte inflazione che ci farà pagare dazio nei prossimi mesi ma credo che l’argomento numero uno sia quello della voglia di tornare a lavorare per il futuro e programmare il ritorno alla normalità, che grandissima voglia di tornare a sederci insieme per parlare e confrontare idee e progetti.