Il buco dell’ozono si riduce
11 Gennaio 2023
Chiunque di noi, dai Babyboomer in poi, è cresciuto con l’ansia da buco dell’ozono.
Eravamo in pieni anni 80 e fino ad allora si era parlato poco o nulla di tematiche legate all’ambiente. Erano tempi in cui le mamme fumavano sigarette con i figli in braccio e le automobili scorrazzavano libere senza etichette da emissioni o domeniche ecologiche.
40 anni dopo, oggi, concetti come sostenibilità, difesa dell’ambiente, riscaldamento globale, catastrofi incombenti o perfino probabile estinzione di massa riempiono le pagine dei giornali e le chiacchiere dei salotti di più varia natura.
In questi decenni la sensazione che ha accompagnato l’escalation irrefrenabile del meccanismo autodistruttivo in atto è stata quella di una sostanziale impotenza da parte del genere umano.
Una sensazione subdolamente pericolosa perché demotivante anche rispetto a quella parte di umanità che ha sempre creduto e crede in questa battaglia adoperandosi quotidianamente per rimettere in sicurezza il futuro del pianeta Terra.
Perché fare la raccolta differenziata? Tanto non è riciclando le mie 3 bottiglie di plastica che salverò il mondo no? Se i capi di stato di tutto il mondo si riuniscono ogni anno e non cavano un ragno dal buco cosa possiamo fare noi umili cittadini?
Alzi la mano chi non ha mai fatto pensieri che assomigliano a questi!
E’ un ragionamento che ci sta purtroppo, perché fino ad oggi latitavano segnali concreti di inversione di rotta.
Fino ad oggi però, e per fortuna.
La notizia diramata dall’ONU è che entro il 2045 nella zona polare artica e il 2066 per quella antartica lo strato di ozono che ci protegge dai raggi ultravioletti tornerà normale.
Dunque la pressione della scienza sulle nazioni che portò alla firma del protocollo di Montreal nel 1987 ha raccolto i suoi frutti. Ratificato da 197 nazioni metteva al bando i gas più nocivi: una scelta vincente. Il buco infatti innesca meccanismi che agevolano il cambiamento climatico oltre ad esporre la pelle a rischi tumorali.
Il risultato ottenuto ha una valenza inestimabile per tutti gli abitanti del pianeta, sia diretta che indiretta. Mostra infatti come gli sforzi collettivi producano risultati e ci conferma che siamo ancora in tempo per vincere questa guerra globale.
Le armi, oltre alla fiducia, sono quelle dell’aggregazione e comunione di obiettivi. Solo in maniera compatta, attraverso istituzioni ma anche organizzazioni di varia natura è possibile ottenere i risultati di cui abbiamo bisogno.
Bisogna agire in maniera programmatica e non impulsiva, coordinata e non isolata. Informarsi e aderire a processi collettivi già in atto, salire sul treno in corsa e non affannarsi a corrergli dietro.
Ci sono paesi, aziende, professionisti, oltre che scienziati, che lavorano alla propulsione di questo treno verso il futuro. Ora che abbiamo visto che va nella direzione giusta non ci sono più scuse per non lavorare per salirci. A bordo c’è posto per tutti!
Andrea Cannizzaro – Advisor