
Una brevissima guida ai primi contributi per i ristoratori danneggiati dal lockdown
I destinatari sono i ristoratori (sei i codici ATECO comunicati dal ministero tra cui sono esclusi Bar, Gelaterie e Pasticcerie) che possono chiedere un contributo tra 1.000 euro e 10.000 euro (iva esclusa) per l’acquisto di prodotti 100% della filiera agroalimentare italiana.
Basterà presentare i documenti fiscali degli acquisti effettuati dal 14 agosto fino alla data di presentazione della domanda per l’acquisto di prodotti alimentari con l’obiettivo primario di tutelare una filiera 100% italiana. Sono infatti inclusi i prodotti DOP e IGP, prosciutto, latte, riso (da risotto), formaggi, olio ma anche verdure, vini e birre. Il limite oltre la filiera 100% italiana è che devono essere inclusi almeno 3 categorie di prodotti diversi e che la principale non deve superare il 50% della spesa totale.
Dal 15 novembre al 28 novembre è possibile presentare la domanda sul sito www.portaleristorazione.it oppure presso gli uffici postali. Sarà necessario avere a disposizione i dati identificativi dell’azienda (visura) e del legale rappresentante (documento di identità), la perdita di fatturato registrata (almeno il 25% nel periodo marzo-giugno del 2020 rispetto all’anno precedente), i prodotti acquistati e la sottoscrizione di alcune dichiarazioni tra le quali quella di avvenuto pagamento delle fatture. Qualora non fossero state già quietanzate sarà necessario provvedere ad inviare successivamente un “modulo di quietanza”.
Il rimborso avviene tramite un bonifico di Poste Italiane ed è garantito un rimborso di almeno 1.000 euro e una volta rimborsati tutti i beneficiari si potranno ricevere fino a 10.000 euro di contributo ma comunque non superiore alla spesa sostenuta.
L’ente demandato ai controlli e il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e in caso di indebita percezione dei contributi oltre alla restituzione degli importi è prevista una sanzione del doppio del contributo ricevuto.
Finalmente un contributo concreto per una filiera massacrata dalla crisi e a tutela del Made in Italy. La procedura sembra un po’ complessa per un ristoratore ma con il giusto supporto si può concludere con successo. Il rischio è che alla fine il contributo sia solo quello garantito di 1.000 euro che per molti ristoratori è veramente residuale rispetto ai danni ricevuti. Non capiamo l’esclusione dal contributo di categorie di esercenti che hanno subito danni pari a quelle dei ristoratori come bar, pasticcerie e gelaterie.