
“le donne che hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di “mostrare” nulla se non la loro intelligenza” ha detto Rita levi Montalcini, una testimonial d’eccezione della capacità, della tenacia e dell’ingegno femminile.
Eppure in Italia, più che in altri paesi, nonostante le tante conquiste, la capacità delle donne sconta ancora un pesante gender gap, che non tende ad attenuarsi neanche dopo la grande prova di resilienza dimostrata durante l’emergenza da Coronavirus.
In Italia la popolazione femminile è innanzitutto più numerosa, siamo infatti oltre 31milioni , pari al 51,3% della popolazione, ma è anche più longeva degli uomini. E ahimè i dati di genere di contagi, guariti e mortalità da Covid di questi mesi mostrano la maggiore resistenza delle donne.
Le donne entrano nel mondo del lavoro un po’ piu’ tardi degli uomini, si sposano in età più giovane, vanno mediamente in pensione più tardi.

Le donne sono più istruite degli uomini (33,4% di laureate contro il 29,% di laureati) e sono abituate ad applicarsi di più: Sono più regolari: il 91% delle donne conclude gli studi scolastici superiori in modo regolare contro l’85% degli uomini. Raggiungono voti più alti: il voto medio di diploma è rispettivamente 78,6 % per le ragazze contro 75,1% dei ragazzi. Studiano di più: il 38% dedica allo studio e ai compiti a casa più di 15 ore settimanali contro il 16% degli uomini. Sono più le donne che gli uomini a conseguire Master e dottorati. Le donne sono intellettualmente e culturalmente molto più attive degli uomini. Maggiori sono le percentuali di donne, rispetto agli uomini, che leggono, visitano i musei, vanno nei teatri…

Ma a che serve tutta questa preparazione se poi permane un gap di genere nelle retribuzioni, nelle carriere, nelle posizioni di vertice?
Il divario retributivo medio tra salario femminile e maschile è del 12% e si registra per tutte le posizioni organizzative

La società americana Prudential ha condotto uno studio sugli individui che rappresentano il principale responsabile del reddito in famiglia ed è emerso che solo il 20% delle donne in questa condizione si ritiene preparata a prendere decisioni di investimento, preferendo delegare questa attività agli uomini. Non a caso di parla di PATRI-monio, accezione maschile!

E nonostante le battaglie e le leggi a tutela delle c.d. “quote rosa” le donne in parlamento sono solo al 35,4% negli organi decisionali al 15,9% nei Consigli di Amministrazione al 36%.
Molto è stato fatto in questi anni se pensiamo che la percentuale rosa è stata del 20% fino al 2015…ma sicuramente non rappresenta quantitativamente e qualitativamente l’universo femminile che ne avrebbe pieno titolo.
L’ennesima prova di capacità
In questa emergenza è emersa ancora una volta la forza, la capacità, la determinazione, l’abnegazione delle donne. Basti pensare Alle 3 dottoresse italiane che in meno di 48 ore sono riuscite ad isolare il nuovo Coronavirus per prime in Europa: La Direttrice del laboratorio di Virologia dell’INMI – Istituto Nazionale Malattie Infettive – Maria Rosaria Capobianchi, Francesca Colavita, precaria allo Spallanzani, e la dott.ssa Concetta Castilletti.
Oppure Annalisa Malara, l’anestesista dell’ospedale di Codogno che ha diagnosticato il primo caso di Covid-19 in Italia. È lei che, con un’intuizione, cercando l’impossibile, ha eseguito il tampone su Mattia, il 38enne paziente 1.

O infine Elena Pagliarini l’infermiera simbolo immortalata mentre crollava dopo un turno estenuante, e poi tutte le operatrici sanitarie, le cassiere, le spazzine, le insegnanti, le badanti, le madri , le donne che tengono unita e forte la famiglia bloccata in casa dal lockdown.
Un’occasione persa
Nonostante l’ennesima prova delle donne in prima linea, ancora una volta, si è assistito ad una carenza di donne nei vari comitati della Protezione Civile o nelle diverse Task Force nominate dal governo per la fase 2 del post coronavirus, al di là di quella specifica della Ministra per le pari opportunità, con nome aulico ”Donne per un nuovo Rinascimento”.
Basti pensare che forse la più impattante, la c.d. Task force “Fase 2” guidata da Vittorio Colao ed istituita dal premier Giuseppe Conte, la cui mission è studiare le misure necessarie per la fase 2, dove servirebbe tutto il pragmatismo femminile….è costituita da solo 4 donne su 17 componenti di altissimo prestigio. E non è passato inosservato il fatto che nelle conferenze stampa quotidiane della PC che tutti aspettavamo con ansia per conoscere l’evoluzione del contagio e le misure adottate… l’unica presenza femminile è l’interprete silenziosa per i non udenti.
Ora siamo in pieno periodo di nomine…e grazie alla legge sulle quota rosa si leggono nomi rosa nei CDA, ma i nomi dei vertici delle aziende sono prevalentemente maschili ( e sempre gli stessi..).
Siamo ancora in tempo?
Lanciamo un appello e una proposta. Viviamo un tempo nuovo. Con grandi cambiamenti. Le quote rosa sono applicate per legge ai CDA. E’ tempo che si applichi la stessa regola anche alle funzioni operative. Cda hanno un ruolo di indirizzo e supervisione e sono molto prestigiosi. Peccato però che l’operatività delle aziende e degli enti sia in mano alle funzioni esecutive (dall’Amministratore Delegato alle varie direzioni). Ne’ più ne’ meno che le task force del momento. Quindi le donne, che hanno dimostrato da sempre e non da ultimo in questa pandemia, di saper essere operative, concrete, instancabili, multitasking, decisioniste non possono mettere in pratica queste loro capacità per dare un aiuto al paese, all’economia, allo sviluppo, alla gestione di un’azienda in ripartenza.
La nostra proposta-petizione è che si cambino le regole. A partire dalle aziende.
Le aziende, private o pubbliche, dovrebbero lavorare al loro interno per sviluppare strategie e progetti a sostegno della parità di genere:
- Assicurare il committment del top management sulla gender diversity, inserendo negli obiettivi aziendali o, meglio, in quelli individuali incentivati dei membri del board, la % di donne in ruoli manageriali ed executive.
- Assicurare strategie di Compensation & Benefit in grado di garantire la parità di remunerazione a fronte di ruoli del medesimo peso e garantire l’applicazione della stessa politica salariale tra donne e uomini.
- Rafforzare la coscienza della possibilità di crescita femminile , pianificando e promuovendo piani di sviluppo dedicati alle donne in azienda, sia favorendo lo sviluppo di networking interaziendali che promuovendo progetti di mentoring e di shadowing tra donne manager e giovani donne.
- Creare piani di flessibilità lavorativa e di smartworking per facilitare la gestione del work life balance, con particolare attenzione alle esigenze delle donne mamme.
- Implementare piani di Flexible benefit targettizzati sulle esigenze delle donne lavoratrici.
- Definire i KPIs da monitorare per valutare i risultati dei piani a sostegno della gender diversity, quali
- le % di donne in posizioni manageriali/executive
- la ratio performance rating / stipendio a confronto con quella degli uomini nelle medesime posizioni
- la ratio rating o valutazione del potenziale/reale percorso di carriera, presenza nei piani di successione executives e reale attuazione
- confronto salariale uomo/donna per stesso grade aziendale/rating di performance
- obbligo di inserimento di una % definita di donne in ogni selezione.
Se le aziende andassero ad analizzare e monitorare i kpi’s sopracitati in molti casi scoprirebbero grandi gap tra piani di carriera, stipendi ed opportunità tra la popolazione maschile e quella femminile dell’azienda e noterebbero che questi gap si allargano al crescere della seniority e dell’importanza del ruolo ricoperto.
E lo Stato dovrebbe giocare la sua parte, iniziando con il garantire la parità di genere in tutti gli organi operativi della vita economica aziendale e politica, premiando ed incentivando le aziende virtuose in tal senso, elaborando politiche a supporto della famiglia per superare la grande barriera della gestione familiare delle lavoratrici madri, creando uno sportello di ascolto alle donne oggetto di mobbing, sessismo o discriminazione.
Che le nuove quote rosa rappresentino veramente il merito!

