La Repubblica del 20 aprile apre in prima pagina con il titolo “Virus, quanto manca all’alba”. Siamo tutti in attesa dell’ “alba”, del giorno in cui potremo cominciare a tornare verso la “normalità”, ma quale sarà la normalità del dopo coronavirus? Ed in particolare, nel mondo del lavoro, delle aziende quale sarà la “nuova normalità”, quali fasi dovremo attraversare e che cosa non tornerà come prima?

Alcune aziende dovranno rivedere i modelli organizzativi pre corona virus. Qui si apriranno scenari differenti a seconda delle aziende e dei settori produttivi.

Al momento si stima che oltre 2 milioni di lavoratori siano in Cassa Integrazione o forme equivalenti di ammortizzatori sociali. Altri 600.000 stanno lavorando in smart working. Al termine di questa fase, in alcuni casi ci sarà l’esigenza di ristrutturare l’organizzazione, con purtroppo riduzioni dell’organico che porteranno a rivedere le strutture, i ruoli, le responsabilità ed i processi interni. Tutto ciò richiederà un ridisegno organizzativo, analisi delle competenze necessarie e di quelle disponibili in azienda. Nuove matrici di responsabilità e diverse competenze.

Si dovranno creare piani di change management per supportare ed accompagnare le aziende e le loro persone nel cambiamento.

Si dovrà lavorare sull’individuazione del potenziale dei collaboratori e sulle possibilità di crescita e sviluppo e di ricoprire ruoli diversi, nuovi. Identificare e coltivare i propri talenti: implementare processi di talent management laddove non esistano ed in alcuni casi internalizzare professionalità diverse: basti pensare al rinnovamento digitale che è stato spinto ed accelerato dallo smart working dell’ultimo periodo.

Si dovrà intervenire su una totale revisione degli obiettivi aziendali e quindi, a cascata, di quelli dei manager e delle strutture, rivedendo i sistemi di performance. In un mercato difficile sarà ancora più importante guidare le performance, focalizzare i manager sugli obiettivi chiare da raggiungere, creare sistemi di remunerazione sempre più legati ai risultati concreti.

Per un certo periodo, la gestione delle risorse umane dovrà occuparsi anche della revisione logistica del lavoro quotidiano, garantendo il rispetto dei “distanziamenti”, delle nuove procedure di sicurezza.

Poi, con il passare dei mesi, si tornerà a pianificare sul medio lungo termine ma nel frattempo avremo evoluto i nostri modelli organizzativi, li avremo adattati al mercato, allo scenario competitivo e alle competenze richieste.