
Cara Italia, Un giorno questo dolore ti sarà utile.
Questo è il titolo di un romanzo di P.
Cameron che ho letto qualche tempo fa, ma è anche il pensiero che mi viene in
mente guardando a questo periodo con occhi di speranza.
Dopo il Covid 19 l’Italia non sarà più la stessa. Le misure drastiche, i
sacrifici, le polemiche, le nottate, i contagi, le quarantene, i guariti,i
decessi, l’informazione, la prevenzione, i decreti notturni, non saranno vani.
Non voglio dire che non lasceremo un gande sacrificio sul campo. Un sacrificio innanzitutto umano: siamo già ad oltre 10.000 caduti in Italia, tre volte quelli delle Torri Gemelle che hanno segnato la coscienza e la storia americana dell’ultimo ventennio. Addirittura la previsione contenuta nel report dell’Australian National University, stilato da un team di ricercatori del Centre for Applied macroeconomic Analysis della Crawford School of Public Policy stima che la pandemia da Coronavirus, in Italia, potrebbe lasciare sul campo tra i 59mila e i 265mila morti.
Ed un sacrificio anche economico. L’Italia né uscirà sicuramente più povera e provata. il centro studi di Confindustria stima una «caduta cumulata dei primi due trimestri del -10% circa”. Le misure che le istituzioni stanno varando, per alcuni insufficienti, per altri tardive, dovranno tradursi in piani concreti di attuazione sia in termini di strumenti di sussidio ai cittadini in difficoltà ma anche e soprattutto in investimenti per far ripartire le imprese.
Ma l’Italia capitalizzando su quanto ha dovuto ob torto collo sperimentare in questo drammatico periodo, farà un salto quantico su molti aspetti comportamentali, professionali e sociali.
Sarà innanzitutto più educata e rispettosa: avremo imparato a starnutire senza inondare i vicini e a tenere quella distanza di rispetto senza buttarci addosso al prossimo.
Più pulita ed attenta alle norme igieniche: la gente avrà finalmente imparato a lavarsi le mani! Ma anche più attenta all’igiene, alla protezione personale e più sensibile alla sanificazione e disinfezione di ambienti e superfici. Le aziende farmaceutiche e cosmetiche stanno riconvertendo molte catene produttive allo sviluppo e creazione di dispositivi protettivi o disinfettanti, che resteranno di uso non solo ospedaliero ma massivo, creando nuovi consumi.
Più responsabile ed informata: la gente
avrà imparato a leggere ed apprendere, da fonti certificate e non dalle fake
news o dai video di sedicenti esperti. Probabilmente si assisterà ad un
recupero dell’editoria, digitale e non.
Più digitalizzata: avremo imparato a fare la spesa su internet e a lavorare in
smartworking, ad utilizzare piattaforme di comunicazione e collaboration sia
nella vita professionale che sociale. La connessione veloce diventa un bene
primario e il ritardo nel digital divide dovrà essere colmato velocemente. Si
sta scoprendo la necessità e l’urgenza di nuovi mestieri e di nuovi strumenti
di comunicazione digitale, di utilizzo dei dati per il tracciamento, l’analisi,
la previsione, comportando nuovi posti
di lavoro nel campo delle tecnologie , delle infrastrutture e nei servizi di
rete.
Più snella: il governo e le istituzioni hanno accelerato alcune decisioni e
norme attuative. Si può fare! Senza troppa burocrazia!
Più sensibile alle competenze e alla sanità: abbiamo rivalutato i nobili mestieri di medici ed infermieri, ammiriamo gli scienziati , crediamo nella ricerca scientifica . In poco tempo sono stati assunti migliaia di medici ed operatori sanitari che resteranno in forza anche dopo l’emergenza Covid19. Sarà più difficile, per chi varerà le prossime leggi di Bilancio, non destinare crescenti budget al sistema sanitario.
Più orgogliosa: quanti video stanno girando sull’orgoglio di essere italiani, sul patrimonio culturale, naturale, umano che fa dell’Italia un paese unico al mondo in cui come dice Farinetti: “abbiamo avuto la fortuna di nascere”.
Più colta e più “umana”: siamo stati obbligati, noi e i nostri figli, a starcene a casa. Un’occasione di tempo per leggere, per parlare in famiglia o al telefono o video con amici, senza fretta e senza usare solo messaggini veloci su whatsapp.
Più solidale: tante iniziative, strutturate o “artigianali” stanno nascendo spontanee per aiutare chi è in difficoltà, anche semplicemente a fare la spesa, o sono sorte per raccogliere fondi a sostegno di ospedali e protezione civile.
Più attenta a sfruttare bene la ripartenza: in vista della riapertura, le imprese stanno scaldando i motori, attente a razionalizzare le attività e focalizzare le priorità di business per ridurre il time to market e recuperare il terreno perso.
Un giorno questo dolore ci sarà utile
Alessandra Bucci – Senior Advisor
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