Cari Stakeholder,

siamo lieti di condividere con voi la nostra quinta Relazione di Impatto, un traguardo che per noi rappresenta non solo la continuità del nostro impegno, ma anche l’evoluzione di una visione che mette al centro le persone, il pianeta e la prosperità condivisa.

Viviamo un’epoca attraversata da transizioni profonde e spesso complesse.

Dal punto di vista sociale, l’Europa sta affrontando una crisi demografica strutturale: secondo Eurostat, la popolazione dell’Unione Europea ha iniziato a diminuire nel 2023 e si prevede un calo costante nei prossimi decenni, con un impatto diretto sul mondo del lavoro, sui sistemi di welfare e sulla coesione sociale. A questo si aggiungono crescenti tensioni geopolitiche – dal conflitto in Ucraina alle crisi in Medio Oriente – che generano instabilità, influiscono sui mercati e amplificano le fragilità esistenti, mettendo alla prova la capacità di adattamento di imprese, istituzioni e comunità.

Dal punto di vista ambientale, invece, il 2024 è stato un anno complesso, segnato da sfide ambientali e sociali che ci hanno ricordato ancora una volta quanto il nostro tempo richieda consapevolezza, responsabilità e azione. Secondo il Copernicus Climate Change Service, è stato l’anno più caldo mai registrato, con temperature medie globali che hanno superato per la prima volta su base annua la soglia critica di 1,5 °C rispetto all’epoca preindustriale. Un dato che segna il passaggio da una previsione scientifica a una condizione reale, che ci coinvolge tutti.

La crisi climatica ha continuato a farsi sentire con forza in ogni angolo del pianeta, lasciando un’impronta indelebile sul nostro presente. La Terra ha sperimentato un numero impressionante di eventi climatici estremi — circa 2000 solo nei primi nove mesi dell’anno — tra siccità prolungate, ondate di calore record, incendi fuori controllo e piogge torrenziali. Le immagini delle alluvioni che hanno colpito con violenza l’Emilia-Romagna e la Spagna restano scolpite nella memoria collettiva: fango, acqua, distruzione, ma anche resilienza e comunità.

Eppure, anche in questo scenario difficile, il 2024 ha portato con sé segnali di speranza. Buone notizie che, purtroppo, sono spesso passate inosservate.

In Europa, la transizione energetica ha accelerato: secondo il report European Electricity Review 2025 di Ember Climate, nel 2024 il totale delle fonti rinnovabili ha toccato il 47% del mix elettrico dell’Unione Europea. I combustibili fossili, invece, sono scesi al 29%, il livello più basso degli ultimi anni. È un risultato che testimonia non solo il progresso tecnologico, ma anche la volontà politica e collettiva di abbandonare modelli insostenibili, aprendo la strada a un futuro più pulito, resiliente e indipendente.

A livello normativo, nel 2024 l’Unione Europea ha continuato con decisione il cammino intrapreso con il Green Deal, rafforzando il proprio impegno verso una transizione giusta e sostenibile. Tra i passaggi più significativi, l’entrata in vigore della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) ha esteso l’obbligo di rendicontazione ESG a un numero sempre maggiore di imprese, promuovendo una nuova cultura della trasparenza e della responsabilità.

Tuttavia, nei primi mesi del 2025, questo slancio ha subito una battuta d’arresto: l’implementazione della direttiva è stata posticipata per molte aziende, rallentando l’estensione effettiva di questi obblighi. Un segnale che ci ricorda quanto sia necessario mantenere alta l’attenzione e il coinvolgimento delle imprese, affinché la sostenibilità non diventi solo una promessa rimandata.

In Italia, nonostante le difficoltà, il cambiamento culturale inizia a prendere forma. Il numero delle Società Benefit continua a crescere, così come l’adozione di pratiche ESG nelle PMI e nelle grandi imprese. Il Rapporto GreenItaly 2024 conferma che oltre 510 mila imprese hanno investito in prodotti e tecnologie green negli ultimi cinque anni, creando innovazione e lavoro di qualità.

In questo scenario, il ruolo delle imprese è sempre più centrale. Essere sostenibili non è più un’opzione, ma un requisito per creare valore di lungo periodo. Le dimensioni ESG non rappresentano solo strumenti di mitigazione dei rischi, ma sono leve per attrarre investitori, rafforzare la reputazione e migliorare il clima aziendale.

Per noi di Join Group, il paradigma delle “3P” – Profitto, Persone, Pianeta – continua a essere il principio guida per accompagnare le imprese verso un modello di business sostenibile, trasparente e responsabile.

Siamo convinti che solo integrando la sostenibilità nelle strategie aziendali si possa costruire un futuro prospero per tutti. Il nostro impegno è quello di essere facilitatori di questo cambiamento culturale e strategico, offrendo supporto concreto alle aziende che desiderano trasformarsi e contribuire positivamente al contesto sociale e ambientale.

Vi ringraziamo per la fiducia che continuate a riporre in noi e vi invitiamo a esplorare questa nuova edizione della nostra Relazione di Impatto, frutto di un anno di lavoro, ascolto e visione condivisa.

Leggi qui la nostra quinta relazione d’impatto

Buona lettura!