Diciamocelo chiaramente, in momenti di crisi il marketing e la comunicazione sono tra le prime vittime dei tagli di budget in azienda. 

Spesso non si può fare altrimenti, ma questa fase post lockdown richiede qualche riflessione più approfondita, sia sul “se” sia sul “come” tornare a comunicare. 

Ecco 3 buone ragioni per riflettere prima di tagliare

Comportamenti d’acquisto più “fluidi” e clienti pronti a cambiare abitudini

Il lockdown ha imposto a tutti i consumatori un cambio delle loro abitudini, anche quelle più radicate, inoltre la particolare situazione economica che sta seguendo ha cambiato le priorità di acquisto in modo significativo per larghe fasce di popolazione. 

Decisioni di acquisto che in passato erano quasi automatiche e scontate oggi possono venire rimesse in discussione e non solo per un cambio oggettivo dei bisogni, ma (secondo una ricerca Global Science Organization e IPSOS) per un cambiamento più generalizzato nei comportamenti di acquisto, che da “solidi” e guidati da percorsi abitudinari tendono a diventare più “fluidi” e propensi ad integrare nuove informazioni ed elementi di contesto. 

Uno scenario come questo se ben sfruttato apre spazi per rimodellare gli equilibri di mercato tra e challenger

Vorrei e forse oggi posso

Alcuni acquisti sono persi definitivamente, altri posticipati, le priorità sono cambiate : -12% il calo misurato dall’Istat nei consumi nelle famiglie nel 1trimestre 2020 vs il 2019 (escludendo il settore alimentare e abitazione)

La legge della domanda e dell’offerta vale anche per il mercato degli spazi pubblicitari. 

Se meno consumi = meno investimenti c’è da aspettarsi una riduzione del costo degli spazi o maggiore visibilità con pari spesa, in special modo sui media che più hanno sofferto il lockdown (Radio, Outdoor).

I mesi di Marzo ed Aprile hanno visto un sostanziale blocco degli investimenti in comunicazione (rispettivamente -29% e -44% rispetto all’anno precedente) con cadute più o meno accentuate a seconda delle piattaforme, con  il Digital che per ovvie ragioni ha resistito meglio degli altri.

Per Maggio e Giugno gli operatori di mercato danno qualche segnale di ottimismo, tuttavia c’è ancora un eccesso di offerta rispetto alla domanda.

I grandi spender per il momento non danno segnali di voler ridistribuire i budget non investiti sulla seconda parte dell’anno ed alcuni settori sembrano ancora non in condizione di poter partire con nuove campagne (es. Automotive e Fashion). 

C’è possibilità quindi di guadagnare visibilità ad un costo molto competitivo; bisognerà sgomitare un po’ con i grandi buyer che cercheranno di mantenere la loro share of voice a parità di investimento ma il momento può offrire davvero grandi opportunità.

Da valutare anche l’utilizzo dei media tradizionali non solo per un fattore prezzo legato alla crisi, ma anche per Il cambio di abitudini e le limitazioni di spostamento hanno mutato, forse non in modo permanente, la fruizione dei media. La TV ha recuperato share anche sui più giovani e le piattaforme di streaming hanno guadagnato terreno molto rapidamente. 

In questo momento molte Industry che di solito dominano questi spazi tradizionali stanno ancora posticipando gli investimenti, ed in un paese che ancora stenta a digitalizzarsi, presidiare in modo opportunistico i media tradizionali può essere una buona mossa 

Stesso prodotto, un nuovo messaggio

Se fino ad oggi abbiamo dato per scontato di sapere come parlare ai nostri clienti per stimolarli ad acquistare il nostro prodotto, oggi forse non basta più.

Difficile che l’industria del luxury possa mantenere lo stesso messaggio

Improbabile che una comunicazione non empatica, smuova una naturale resistenza al consumo.

Il made in Italy diventa un valore da comunicare come mai prima.

E allora è fondamentale dare nuove motivazioni, farsi sentire vicini, non abbandonare quanto si è costruito ma anzi fornire nuove ragioni, magari anche etiche, per abbracciare i nostri brand.