Il 2025 rappresenta un anno di svolta per la rendicontazione di sostenibilità in Europa. L’entrata in vigore della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) avrebbe dovuto introdurre importanti novità — tra cui gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) — con l’obiettivo di rendere più trasparente, comparabile e strutturata la comunicazione delle performance ESG delle imprese europee.

Tuttavia, le modifiche introdotte nel corso dell’anno hanno ridimensionato la portata iniziale della direttiva, modificando il perimetro delle imprese obbligate e alleggerendo alcuni requisiti informativi. Il risultato è uno scenario diverso da quello inizialmente previsto, ma comunque orientato verso una rendicontazione sempre più chiara e accessibile.

Cosa sono gli ESRS

Gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) sono gli standard tecnici sviluppati da EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group) per dare un linguaggio comune alla rendicontazione di sostenibilità in tutta l’Unione Europea.

Gli ESRS forniscono un quadro organico e coerente per la comunicazione delle informazioni ESG (ambientali, sociali e di governance), introducendo principi, metriche e requisiti informativi dettagliati.

La loro struttura è articolata in standard trasversali e standard tematici:

ESRS 1 – Requisiti generali: principi di base e regole per la redazione di un report conforme.

ESRS 2 – Informazioni generali: elementi comuni relativi alla gestione di impatti, rischi e opportunità.

A questi si aggiungono gli standard tematici suddivisi in tre aree:

Ambientali (E):
E1 – Cambiamenti climatici
E2 – Inquinamento
E3 – Risorse idriche e marine
E4 – Biodiversità ed ecosistemi
E5 – Uso delle risorse ed economia circolare

Sociali (S):
S1 – Forza lavoro propria
S2 – Lavoratori nella catena del valore
S3 – Comunità interessate
S4 – Consumatori e utenti finali

Governance (G):
G1 – Condotta d’impresa

Le versioni più recenti degli ESRS hanno semplificato alcuni requisiti, mantenendo però intatta la struttura complessiva e l’impianto metodologico.

Il VSME: la risposta per le PMI

Accanto agli ESRS, l’EFRAG ha introdotto anche i Voluntary Standards for Sustainability Reporting for SMEs (VSME), pensati per le piccole e medie imprese non soggette alla CSRD ma interessate a comunicare in modo trasparente le proprie performance di sostenibilità.

L’obiettivo è fornire un modello di rendicontazione semplificato, accessibile e coerente con gli ESRS, capace di ridurre costi e complessità, ma allo stesso tempo di garantire la comparabilità delle informazioni.

Il VSME si compone di due moduli:

Modulo Base (Base Module) – pensato per un primo approccio alla rendicontazione sostenibile, con un set ridotto di indicatori.
Include: Informazioni generali (B1–B2); Metriche ambientali: energia, emissioni, inquinamento, biodiversità, acqua, rifiuti e risorse (B3–B7); Metriche sociali: forza lavoro, sicurezza, formazione, retribuzioni (B8–B10); Metriche di governance: sanzioni e condanne per corruzione (B11)

Modulo Comprehensive – un livello più avanzato e dettagliato, adatto a imprese con maggior maturità o esigenze informative specifiche.
Aggiunge informazioni su strategia, obiettivi climatici, rischi ESG, diritti umani e diversità (C1–C9).

    AspettoESRSVSME
    ObbligatorietàObbligatori per le imprese soggette alla CSRDVolontari per PMI e imprese non obbligate
    DestinatariGrandi imprese e gruppi quotatiPiccole e medie imprese
    Livello di dettaglioElevato, con requisiti informativi estesiSemplificato, modulare
    ObiettivoArmonizzare la rendicontazione di sostenibilità in UEFacilitare la partecipazione delle PMI alla transizione sostenibile

    Nonostante le differenze, entrambi gli standard condividono lo stesso obiettivo: creare un linguaggio comune della sostenibilità, riconosciuto dalle aziende e da tutti i loro stakeholder.

    Inoltre, l’adozione del VSME può agevolare il dialogo tra PMI e grandi imprese, poiché consente di fornire le informazioni ESG richieste lungo la catena del valore in un formato compatibile con gli ESRS.

    Uno scenario in evoluzione

    Le modifiche alla CSRD hanno ristretto la platea di imprese obbligate, lasciando molte aziende in una zona “volontaria”: non obbligate a rendicontare, ma comunque sollecitate dal mercato, dai clienti o dagli investitori a farlo.

    La nuova proposta degli ESRS è attualmente in fase di approvazione definitiva, e quindi in attesa del via libera finale. Al contrario i VSME sono già stati pubblicati e sono utilizzabili dalle imprese che desiderano adottare un modello di rendicontazione volontario, semplice e coerente con gli standard europei.

    Anche gli altri framework internazionali, come i GRI, stanno evolvendo per soddisfare nuove esigenze informative e per allinearsi al contesto europeo, introducendo nuovi indicatori tematici e standard settoriali specifici.

    Per le imprese, quindi, la scelta dello standard da adottare diventa una decisione strategica, da valutare in base alla propria dimensione, maturità organizzativa e relazioni di mercato.

    Guardando avanti: tra evoluzione normativa e nuove opportunità

    ESRS e VSME rappresentano due strumenti complementari, nati con lo stesso obiettivo: rendere la sostenibilità più misurabile, più comparabile e più concreta.
    Mentre i primi definiscono lo standard europeo per la rendicontazione obbligatoria, i secondi offrono alle PMI un percorso accessibile e proporzionato per integrare la sostenibilità nel proprio modello di business.

    Tuttavia, il quadro normativo europeo è in costante evoluzione: nei prossimi mesi sono attese nuove approvazioni, aggiornamenti e linee guida che potrebbero ulteriormente modificare il perimetro e i requisiti degli standard di rendicontazione. Restare aggiornati sarà fondamentale per le imprese che vogliono mantenere un approccio coerente e competitivo nella comunicazione delle proprie performance ESG.

    In questo contesto di continua evoluzione e incertezza sugli standard da adottare, Join Group affianca le aziende nell’analisi della propria dimensione, del contesto normativo e di mercato, nonché dei rapporti commerciali e di filiera, accompagnandole nella scelta dello standard più adatto e nella predisposizione di report di sostenibilità in grado di soddisfare le esigenze normative, informative e strategiche di tutti gli stakeholder.