Join Group e il Dipartimento di Management dell’Università degli Studi di Roma La Sapienza, nelle persone del dott. Fabrizio Cannizzaro e del prof. Alberto Pastore, hanno collaborato a un progetto finalizzato alla predisposizione di modelli analitici e interpretativi sul tema della relazione tra l’adozione di strategie e pratiche della sostenibilità nelle attività di business e i risultati economico-finanziari delle imprese.

Il progetto ha portato alla definizione del 3P Impact Matrix Model, finalizzato a misurare l’impatto delle aziende sulle diverse dimensioni della sostenibilità (Profitto, Pianeta, Persone), consentendo di valutare il posizionamento delle imprese operanti in settori o mercati omogenei in termini impatto economico, sociale ed ambientale

La 3P Matrix identifica quattro possibili posizionamenti delle imprese, mettendo a sistema due dimensioni: la Profittabilità, misurata attraverso l’EBITDA, e l’impatto Sociale e Ambientale, misurato attraverso il BIA Score. Il modello prende in considerazione due ulteriori misure fondamentali: la dimensione aziendale e la vocazione ESG, utili per la misurazione e la valutazione quali-quantitativa dell’impatto.

Vediamo più nel dettaglio la logica del modello analizzando le componenti sopra citate.

BIA SCORE

Il BIA Score, riportato sull’asse delle ordinate della matrice, è il risultato ottenuto dal B Impact Assessment (BIA), strumento di valutazione che indaga cinque aree di impatto (governance, lavoratori, comunità, ambiente, clienti) attraverso 120 indicatori, cui viene assegnato un punteggio. A totale, il punteggio può assumere un valore compreso tra 0 e 200, ma il punteggio massimo è da considerarsi puramente teorico, in quanto include delle variabili di valutazione che sono di fatto applicabili solo a determinate tipologie d’impresa. L’impresa candidata alla trasformazione in B Corp che compila il questionario BIA ottiene la certificazione a fronte di un punteggio superiore agli 80 punti.

EBITDA MARGIN

L’Ebitda Margin viene utilizzato per rappresentare le performance economico-finanziarie, e viene riportato sull’asse delle ascisse della matrice. Esso viene calcolato come rapporto tra l’EBITDA (anche detta MOL, acronimo di Margine Operativo Lordo) e il fatturato dell’impresa. L’EBITDA margin, esprimendo la redditività in termini percentuali sul fatturato, è un indicatore idoneo per effettuare delle valutazioni comparative tra aziende di diverse dimensioni, nonché per confrontare la performance della singola impresa rispetto a valori di riferimento, come ad esempio la performance media del settore o del mercato.

DIMENSIONE DELL’AZIENDA

Il modello prende in considerazione il parametro della dimensione aziendale, che dà indicazioni inerenti al potenziale valore assoluto dell’impatto dell’azienda: grandi aziende amplificano infatti l’impatto positivo o quello negativo rispetto ad aziende medio-piccole. Nella riproduzione grafica, la dimensione aziendale è rappresentata dalla grandezza della bolla riferita alla singola impresa.

Per definire la dimensione dell’impresa sono state individuate le seguenti variabili, a ciascuna delle quali viene assegnato un peso:

  • fatturato (40%)
  • numero di dipendenti (30%)
  • numero di consumatori serviti (20%)
  • numero di Paesi in cui si opera (10%).

VOCAZIONE ESG: Environment, Social, Governance

Nell’ambito del modello 3P Matrix abbiamo introdotto il concetto di vocazione ESG che nasce dalla valutazione dell’impatto nelle tre dimensioni Environment, Social e Governance, individuandone l’apporto individuale al risultato totale. Poiché la valutazione complessiva dell’impatto di sostenibilità viene fatta, all’interno del modello, attraverso il punteggio BIA, per calcolare la vocazione ESG si è proceduto con la normalizzazione del peso delle varie aree rispetto ai rispettivi punteggi ottenibili.

In base al campione di aziende analizzate abbiamo definito il seguente standard di peso delle varie aree rispetto al 100% del punteggio ottenibile: 52% per l’area Social (include lavoratori, comunità e clienti), 32% per l’area Environment e 16% per l’area Governance. Applicando le percentuali di cui sopra al massimo punteggio teorico di 200 punti otteniamo opportunità di punteggio di 104 punti per l’area Social, 64 per l’area Environment e 32 punti per l’area Governance.

Per valutare in termini relativi l’impatto di ogni area, e di conseguenza la vocazione ESG dell’azienda, si è reso necessario omogeneizzare le diverse % di peso attraverso un algoritmo matematico che, nonostante le diverse opportunità di punteggio ottenibile, riporta i pesi delle singole aree sul totale al 33,3% ciascuna. I risultati effettivi dell’azienda saranno pertanto pesati in modo omogeneo, ognuno in funzione del rispettivo punteggio ottenibile verso il massimo teorico, per determinare la percentuale relativa di apporto della singola componente al risultato totale. 

I CLUSTER DELLA 3P MATRIX

Sulla base delle dimensioni analizzate, le aziende sono classificate in quattro cluster:

  • 3P Identity Seekers
  • Profit Driven
  • Planet /People driven
  • 3P Champions

Vediamo più nel dettaglio i quadranti della matrice e quali indicazioni ci forniscono sull’impatto delle aziende dal punto di vista delle 3 P.


Nel quadrante in basso a sinistra, Identity Seekers (3P – IS), si collocano le imprese con punteggio del BIA inferiore a 80 ed EBITDA inferiore alla media del settore/mercato in cui competono. Si tratta di aziende che hanno aree di miglioramento sia dal punto di vista della marginalità che dell’impatto socio-ambientale; i 3P-IS necessitano della riformulazione delle loro strategie e di un ripensamento del loro business model, rifocalizzando l’impresa verso l’ottimizzazione dei risultati in tutti gli ambiti considerati.

Nel quadrante in basso a destra si collocano le Profit Driven (3P – PD), aziende con punteggio del BIA inferiore a 80 e EBITDA margin superiore alla media. Sono le aziende che prendono dal mondo più risorse di quelle che gli restituiscono, focalizzandosi principalmente sull’ottimizzazione dei risultati economico-finanziari.

Le organizzazioni collocate nel quadrante in alto a sinistra sono le Planet & People Driven (3P – P&PD) che sono realtà con punteggio del BIA superiore a 80 e margine EBITDA inferiore alla media. Tali aziende hanno un profondo impatto positivo su pianeta e persone ma devono rivedere la loro strategia di business per ottimizzare i margini di profittabilità, anche facendo leva sulla sostenibilità come elemento di differenziazione competitiva.

Nel quadrante in alto a destra troviamo le Champions (3P – C), realtà che presentano un BIA score maggiore di 80 e un margine EBITDA superiore alla media. Le 3P – C sono aziende che hanno costruito la loro efficace posizione competitiva facendo leva, congiuntamente ed in modo sinergico, sulle tre dimensioni della sostenibilità: Planet, People e Profit. Le aziende 3P Champions sono il benchmark a cui aspirare, realtà che producono benessere per i propri azionisti e che rappresentano una garanzia di futuro sostenibile per il nostro pianeta: i 3PC sono i perfetti interpreti del nuovo paradigma a duplice obiettivo, l’unica strada che ci sembra percorribile negli anni a venire.

UN ESEMPIO DI APPICAZIONE NEL SETTORE FOOD & BEVERAGE

L’analisi 3P Matrix è stata svolta su un campione di sette aziende italiane appartenenti al settore del food and beverage, tutte certificate B Corp: Illy, Danone, Fratelli Carli, Damiano, Panino Giusto, Isola Bio ed Eurocompany.

È possibile visionare la costruzione della matrice e l’individuazione per ciascuna impresa del posizionamento competitivo in relazione alle 3 P al seguente link: